Oggi presentiamo il libro di Chiara Guidarini, “Veritatis” pubblicato dalla 0111 Edizioni il 30 maggio 2019 e Finalista alla Prima Edizione del Premio “1 Giallo x 1000”.
Trama del libro: Quando Maddalena, presso l’abbazia di Marola, ritrova il manoscritto di Caio Valerio Secchi, suo antenato, inizia la lettura che la trasporta nel vortice quattrocentesco del tempo da lui descritto. Soldato in congedo a causa di una menomazione, Caio viene inviato dal Vescovo presso la rocca di Melocis, in Appennino Reggiano, per confermare l’identità di una donna suicida: un compito apparentemente facile, che diventa improvvisamente complesso quando Caio scopre che, dietro alla morte della fanciulla, si celano diverse sfere di potere a volte in conflitto, a volte in accordo, tra di loro. Una storia nella storia che si riflette fino ai giorni nostri, dove, tra i libri secolari dell’abbazia, ancora si celano verità che portano un marchio antico e potente.
Allora Chiara parliamo un po’ del tuo libro, spiegaci com’è nata l’idea per questa storia e svelaci alcune curiosità legate alla trama.
Quando ho trovato il bando di concorso della 0111 Edizioni “1 Giallo x 1000”, mancava solo un mese alla scadenza. Ma conoscevo l’editore e mi piaceva, e mi piaceva l’idea di mettermi in gioco, così ho pensato di tentare di scrivere il giallo richiesto dal bando. Il problema era, naturalmente, la trama: io ho una visione molto pirandelliana delle trame, è il personaggio a dettare la propria storia, lo scrittore è solo il tramite che si frappone tra la narrazione e i lettori. In questo caso, il mio personaggio però taceva. Lessi attentamente il bando e, in quel tempo, l’editore collaborava col blog “thriller storici e dintorni” e fu quello “storico” ad accendere la miccia. Io sono appassionata di storia dell’Appennino e, assieme a un gruppo di volontari, gestiamo una piccola rocca e, conoscendone la storia, mi sono detta “perché no?”.
Ho quindi scritto la prima riga: “il castello torreggiava all’orizzonte, emergendo dalla nebbia mattutina come sospeso su di essa”. E così, ho finalmente visto quel castello e quel cavaliere, il problema era che il cavaliere ancora non parlava e l’ho dovuto strattonare un po’ prima che si svelasse del tutto. Altro problema: il cavaliere portava con sé un baldanzoso scudiero che non taceva mai… neanche adesso.
Hai dovuto lavorare molto per scriverlo, fare ricerche o informarti per questioni più tecniche?
Essendo un romanzo con una base storica, ho attinto alle conoscenze che avevo ereditato negli anni di studio relativi alla zona in cui abito, spaziando dai vari edifici ancora esistenti alle zone appenniniche e cercando di essere più fedele possibile al contesto che poteva esserci nel XIV secolo. Il lavoro di ricerca è molto complesso, ma per la stesura del testo ho utilizzato le parti che già conoscevo e che sono storicamente documentate, in modo da non incorrere in anacronismi. Come ho detto, il concorso era in scadenza e non ho potuto rispettare i tempi canonici: ho scritto Veritatis e l’ho riletto alcune volte sistemando le imprecisioni e non ho potuto lasciarlo “stagionare”, cioè lasciare passare quel periodo di tempo per me sacrosanto dove si ci distacca emotivamente, e che permette poi di rileggere la storia con occhi diversi e cogliere i difetti. Ho dovuto saltare la fase di editing e quindi il passaggio attraverso un lettore esterno, e quello che ho inviato è stato il prodotto delle mie sole forze. Il mio obiettivo era la pubblicazione e l’ho raggiunto. È stata una grandissima sorpresa arrivare al sesto posto.
L’idea del titolo com’è nata?
Scegliere titolo è, per quel che mi riguarda, sempre la parte più difficile nel processo di stesura di un romanzo. Diciamo che è nato “per colpa” di mio marito: si era impuntato a voler utilizzare una parola latina che avesse a che fare con la verità, e così abbiamo trovato “Veritatis” cioè “della verità”. Una sospensione voluta: la mancanza del soggetto rende più vago il titolo stuzzicando così la curiosità del lettore. Inoltre “Veritatis” è una parola spesso citata nel titolo di diverse pubblicazioni papali e nella macrostoria del mio libro è presente l’antipapa Baldassarre Cossa, al secolo Giovanni XXIII (è proprio lui, non è un errore)! Quindi l’utilizzo di una parola latina di così grande valore e spessore conferisce, a mio avviso, un tono aulico al testo e crea un titolo per così dire programmatico, che svela l’importante ricerca storica sottesa alla stesura del romanzo.
Raccontaci in breve qualcosa di te, chi è Chiara nel quotidiano?
Sono una mamma, una moglie e una figlia. Adoro leggere, pattinare e studiare la storia dell’Appennino. Con il gruppo di volontari “amici della rocca” gestiamo la rocca di Minozzo, nel comune di Villa Minozzo (R.E.) ed è lì che è ambientato Veritatis. La storia è una continua fonte di scoperta e a me piace scoprire, mi piace capire cosa ci ha reso quello che siamo e il perché delle cose. Per questo, mio malgrado, continuo a scrivere romanzi con ambientazione “nostrana”, per fare conoscere la bella realtà in cui vivo, per portare qualcosa di me e dei miei luoghi su carta e raccontarli, mostrandoli anche a chi vive lontano e non può fisicamente vederli.
Hai detto che hai dovuto “risvegliare” il tuo cavaliere. Ci puoi parlare di lui?
Caio è un soldato in congedo a causa di una menomazione e spedito a servire il Vescovo di Reggio di Lombardia (oggi Reggio Emilia). Non potendo più usare la mano destra, si sente sbagliato e insicuro, anche perché la sua spada è andata perduta… o quasi. Affida diverse mansioni al suo scudiero, Jacopo, che al contrario di Caio che è cupo, calmo e riflessivo, è baldanzoso e solare. Entrambi si ritroveranno a dover indagare su un suicidio… che suicidio non è. Un viaggio nell’Appennino ma anche un viaggio interiore, che porterà Caio a rivedere se stesso, a guardare il passato e il futuro, un futuro per lui lontanissimo e quasi inconcepibile. Sarà dai suoi scritti che vengono ritrovati, oggi, che partirà la storia a ritroso, in un parallelo tra passato e presente.
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Ringraziamo Chiara per essere stata con noi e averci presentato il suo libro “Veritatis”.
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